Accoglienza e ospitalità, condivisione, lavoro e impegno: questo, e molto altro, è targato Green Camp! La Cooperativa il Segno, forte dell’esperienza decennale, ha continuato a mantenere legami di reciprocità con cooperative sociali e associazioni di volontariato del Nord Italia, e ha ospitato durante questa estate 2018, quattro gruppi che hanno scelto di impegnare il loro tempo in Calabria. Più di 50 il numero delle persone coinvolte, ragazzi e adolescenti che hanno affrontato oltre 1000 km di viaggio con i loro educatori e volontari, per arrivare a Scarcelli.

Il primo Green Camp 2018 proveniente da Modena, ha visto protagonisti 15 ragazzi che, dopo aver affrontato un percorso sulla legalità nella loro comunità di Portile, ha deciso di raggiungere la tappa del Green Camp fuscaldese: si sono alternati in gruppi di lavoro nei campi della Cooperativa, alla volta della raccolta di pomodori e peperoncini, nel laboratorio di trasformazione, prestando il loro servizio e il loro tempo; hanno desiderato organizzare tour presso luoghi limitrofi, quali il Santuario di San Francesco da Paola e la visita a Cosenza, alla scoperta di una parte della Calabria. Giornate ricche di racconti del nostro territorio e di persone significative come Paolo Panaro e Giovanni Serra, che hanno testimoniato sul tema della legalità.

#GreenCampModena, utilizzando il linguaggio social, ha passato il testimone ai #GreenCampGiona provenienti da Cremona; educatori e volontari hanno seguìto gruppi di minori stranieri non accompagnati, che si sono turnati fino ai primi giorni di settembre. Veterani ormai, gli amici della Cooperativa Nazareth e del Centro Giona insieme all’Associazione Drum Bun, hanno dato vita a tre intense settimane presso il Centro di aggregazione di Scarcelli.

Sorrisi, giochi, giornate al mare, ma anche impegno, preparazione del pranzo e della cena: la semplicità della quotidianità è stata scandita da lavoro e organizzazione. Alle numerose casse di peperoni e melanzane, vasetti da etichettare e verdure da grigliare e invasare, i vari gruppi hanno dato vita anche ad un laboratorio presso il Centro: con materiale da recupero e mattonelle con i quali hanno disegnato i loghi di Giona e della Drum Bun, hanno realizzato due fantastici tavoli.

E tra un “wallahi” e un “vabbeeene”, facendo il verso dell’intercalare calabrese, gridati da un lato all’altro della grande tavolata, i ragazzi hanno avuto modo di insegnare qualche parola in arabo ai giovani del servizio civile di Scarcelli, che ben volentieri hanno colto l’occasione per condividere con loro termini dialettali. Dalla pizza al cous cous, passando attraverso la tarantella a suon di bonghi e cajon, e danze albanesi, lo scambio culturale, ma soprattutto umano, è venuto da sé.

I Green Camp sono, sì, una modalità di turismo esperienziale e rurale, ma con il valore aggiunto della sostenibilità dei rapporti e dei legami che potrebbero espandersi a più periodi dell’anno.

Volontari, educatori, minori stranieri e giovani del servizio civile hanno dato vita ad un mix, un turbinìo di emozioni, accoglienza reciproca, che hanno fatto sì che quel luogo diventasse casa per chiunque lo stesse vivendo. Racconti di vita, di fatiche nonché di interessi, di musica, è stato motivo di crescita. Ed è così che si capisce che si condividono “cose belle”, e che esse risiedono nella semplicità dei rapporti e in quella normalità che altro non è che fare della diversità altrui una ricchezza da cui attingere.

 

Carmela